Avreste mai pensato di possedere un patrimonio del quale non conoscevate l’esistenza? Si tratta di oro che ognuno di noi possiede, ma senza saperlo, oppure senza essere a conoscenza di come sfruttarlo.
Infatti molta della componentistica per computer, cavi per la trasmissione del segnale audio e video, materiale elettronico di vario genere (tra cui cellulari ad esempio), sfruttano l’altissima conducibilità elettrica dell’oro.
Cosa succede quando parte del materiale elettrico ed elettronico in nostro possesso non serve più? Viene buttato, e con esso perdiamo anche l’oro in esso contenuto. Oltre a determinare un danno ambientale se non viene adeguatamente smaltito.
Da non dimenticare che spesso cellulari, computer, elettrodomestici e tutto il materiale elettrico non solo presenta dell’oro, ma anche altri materiali preziosi quali argento, stagno, piombo. Ecco perché molte aziende sono entrate in un ramo del mercato che non si pensava potesse esistere: lo smaltimento del materiale elettrico, volto al recupero e al riutilizzo dei metalli preziosi in esso contenuti. Un modo non solo per creare un business redditizio, ma anche per salvaguardare l’ambiente da tonnellate e tonnellate di materiale che, ogni anno, si trasformerebbe in rifiuti preziosissimi, non solo per via del pregio dei materiali, ma anche per gli effettivi costi di smaltimento.
L’ENEA (agenzia nazionale per le nuove tecnologie) ha recentemente brevettato un sistema per estrarre dai rifiuti elettrici ed elettronici i materiali preziosi, al fine di poterli riutilizzare. Si tratta di un processo relativamente semplice, basata su un processo idrometallurgico che avviene a temperatura quasi ambientale (non sono necessari quindi costosi sistemi di fusione dei materiali di scarto) e che può avere luogo in piccoli impianti. Ecosostenibilità ed economicità sono quindi i capisaldi di questa nuova procedura soggetta a brevetto.
Il vantaggio di questa procedura di recupero è che non solo contribuisce a diminuire il numero dei Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), ma soprattutto riduce drasticamente l’emissione di inquinanti nell’atmosfera, poiché completamente diverso rispetto alla solita fusione dei materiali nei grandi centri pirometallurgici.
Al momento è in costruzione il primo centro sperimentale ad opera dell’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, all’interno del quale mettere in pratica la nuova procedure ideata. Il centro, che prenderà il nome di Centro Enea Casaccia di Roma, è stato anche studiato per mettere in pratica oltre al recupero di metalli preziosi, anche quello di ulteriori materiali, come ad esempio le lampade a fluorescenza esauste o i monitor a cristalli liquidi.
In molti penseranno che recuperare metalli preziosi, oro in particolare, dai rifiuti elettrici ed elettronici non sia redditizio. Nulla di più sbagliato. Una miniera di oro è considerata redditizia se, da una tonnellata di materiale effettivamente smosso, permette di recuperare dai due ai quattro grammi di oro. Per fare ciò si utilizzano sostanze inquinanti che determinano un danno ambientale, sono impiegati lavoratori sottopagati e soggetti a sfruttamento, sono distrutti interi ecosistemi in certe zone (Africa in particolare). Sono ancora poche le aziende che producono oro etico, vale a dire rispettano tutte le normative a salvaguardia dell’uomo e dell’ambiente.
Da una tonnellata di rifiuti elettrici ed elettronici si ricavano anche quindici grammi di oro, dalle quattro alle sette volte in più di quanto garantisca una miniera. Il tutto senza impatto ambientale (anzi, l’ambiene viene salvaguardato poiché i rifiuti sono riciclati) e senza alcun danno verso le persone residenti nei presso un filone aurifero.
Questi dati permettono dunque anche di capire l’estremo interesse della ricerca nei confronti di questo settore. Molte aziende infatti adoperano tuttora i classici sistemi basati su solventi chimici e procedure di fusione ad alta temperatura per estrarre da ogni rifiuto quei pochi microgrammi di oro presente. Il procedimento brevettato da Enea, e la ricerca di metodologie innovative da parte di altre aziende, sta invece spingendo verso l’ideazione di procedimenti maggiormente ecosostenibile ed economicamente convenienti per raggiungere i medesimi standard di recupero dell’oro.
L’oro recuperato dai materiali elettrici ed elettronici sono riutilizzabili, attraverso un procedimento di fusione, per dare vita a lingotti e gioielli, al pari di quello recuperato da vecchi gioielli, monili e lingotti.